Molti sono gli utenti di internet preoccupati per la loro privacy online, tuttavia è un po' il prezzo da pagare per usufruire dei numeri servizi che internet ci mette a disposizione soprattutto se questi sono gratuiti.
Giganti come Facebook, Google, Microsoft, ma anche siti più semplici e piccoli sono in grado di offrire servizi gratuiti grazie alla pubblicità e alla raccolta di dati personali che vengono utilizzati per pubblicare annunci mirati e personalizzati agli utenti.
Non c'è nulla di male in questo, l'importante è che le informazioni che ci riguardano non siano utilizzate per altri scopi e che non vadano oltre le informazioni consensualmente date a questi siti.
Purtroppo nella realtà dei fatti non è sempre così, e compagnie senza scrupoli possono, tramite l'inganno o l'uso di malware, penetrare più a fondo nei computer degli utenti e spiare tutto quello che fanno, anche i nostri dati finanziari oltre che informazioni private e sensibili.
La buona notizia è che i malintenzionati hanno successo solo se riescono a coglierci impreparati, la cattiva notizia invece è che questi sono sempre pronti a sfruttare i nostri errori.
Di seguito vediamo gli errori tecnici più comuni che possono mettere in pericolo la nostra privacy su internet aprendo vulnerabilità sul nostro computer o sul nostro smartphone.
Non aggiornare l'antivirus e l'antimalware
Installare un antivirus sul computer non è sufficiente, bisogna anche assicurarsi che le definizioni dei virus siano sempre aggiornate.
A partire dalla versione otto di Windows l'antivirus è già integrato e viene aggiornato automaticamente con i Windows Updates.
Non adottare un firewall
Il firewall è quel dispositivo che proteggere il computer da connessioni internet in entrata non autorizzate. Può essere sia livello hardware che a livello software. Detto in parole povere, il firewall impedisce che il computer possa essere raggiunto e controllato dall'esterno da un hacker capace di sfruttare un malware o la falla di un programma.
Il firewall è come una barriera protettiva che tiene fuori gli intrusi.
Il firewall, a livello software è già integrato in Windows sin dal lontano XP service pack 2.
Cattivo uso di posta elettronica, Facebook e altri strumenti di comunicazione
La posta elettronica è ancora uno dei modi più usati per comunicare su Internet così come lo è diventato Facebook negli ultimi anni.
Posta elettronica e Facebook sono il canale più usato dagli hacker per diffondere malware e truffare gli utenti.
L'errore qui sta nell'essere così ingenui da cadere nel phishing, una truffa costituita da un messaggio di avvertimento che suona come molto importante, tipo problema di sicurezza rilevato o vittoria a un concorso, che se viene aperto può portare guai.
Se si ricevono messaggi strani, con richieste molto private o notizie troppo clamorose, meglio diffidare e cestinare subito.
Usare password universali e sempre le stesse
Questo è forse l'errore peggiore che si può fare per mettere in pericolo la propria privacy e sicurezza online.
Adottare password fatte di parole facili o presenti sul vocabolario, o usare sempre la stessa password per tanto tempo senza mai modificarla agevola il lavoro di chi vuole tentare di violare il nostro sistema.
La soluzione, quindi, è quella di utilizzare password diverse per ciascun account, ma soprattutto le password devono essere sequenze casuali di caratteri alfanumerici, caratteri speciali, lettere maiuscole minuscole che non compongano parole di senso compiuto e a cui non si può risalire.
Rivelare informazioni personali
Come accennato nell'introduzione, la privacy è un prezzo da pagare per usare siti come Facebook o Google, ma non significa che noi dobbiamo condividere con loro e con gli altri iscritti ogni dato privato.
Bisogna quindi curare le impostazioni della privacy di ogni sito che si utilizza e su cui si scambiano messaggi, ed è molto importante non lasciarsi scappare informazioni riguardanti la carta di credito i PIN e altri dati finanziari, evitando anche di condividerli tramite messaggi privati che, passando su internet, possono sempre essere preda di qualche hacker malintenzionato.