Le pubblicità su Internet sono diventate così invasive che ormai tutti abbiamo la consapevolezza di essere seguiti ogni qualvolta ci connettiamo ad internet.
Basta ad esempio aprire Amazon, cercare qualche prodotto e poi, anche a distanza di giorni, vedere un banner pubblicitario con proprio i prodotti che abbiamo ricercato su Amazon.
Ancora più sorprendentemente, poi, può capitare che dopo essere andati al centro commerciale, tornati a casa, si apra un sito qualsiasi e si veda una pubblicità che ci ricorda qualcosa di quel centro, magari non esattamente mirata, ma che comunque ci fa sentire come fossimo stati seguiti.
Queste sono le pubblicità personalizzate, diventate oggi fondamentali per tutte le aziende, ma a cui si è cercato di mettere un limite con la legge europea del GDPR, che chiede ai siti di avvertire su eventuali pubblicità personalizzate presenti, con l’opzione di poterla disattivare.
Come fanno le pubblicità a seguirci ovunque ed essere personalizzate con tanta precisione?
Quando si visita un sito Web, questo memorizza dei cookie nel computer. Quando si torna più tardi, il cookie si identifica e il sito mostra i prodotti che si stavano guardando in precedenza.
Inoltre, se successivamente si visita un sito diverso che ospita annunci dalla stessa rete pubblicitaria, anche questo vede il cookie e visualizza gli annunci in base a quello che si stava guardando in precedenza. É il cosiddetto remarketing.
Per quanto riguarda Google, quello che succede quando si cerca un prodotto o un sito web, Google crea un profilo dell'utente, anche senza sapere il suo nome, tracciandone i suoi interessi. Quando si utilizza l'account Google per accedere a qualche altro servizio online o applicazione, gli annunci visualizzati saranno basati su questo profilo.
Quando si è collegati a Facebook con l'account memorizzato sul browser e si visita un sito Web che ha installato il tracking pixel di Facebook o anche solo il pulsante “Mi Piace”, Facebook segue l'utente e quando si tornerà a leggere Facebook, le notizie conterranno annunci in base a ciò che si stava guardando in precedenza.
Si potrebbe pensare che usando la modalità in incognito o modalità privata del browser, questo fatto di essere seguiti dalla pubblicità possa essere fermato. Ma invece non è così. È vero che i cookie non vengono memorizzati, ma la rete pubblicitaria, però, è lo stesso in grado di registrare altre informazioni come il browser Web usato, l'indirizzo IP, il sistema operativo, le dimensioni dello schermo, il fuso orario ed altre info che vengono chiamate "impronte digitali".
Più tardi, quando si visita un sito con annunci della stessa rete del sito visitato in modalità incognito, viene riconosciuta l'impronta digitale del browser (anche se con diversi gradi di precisione) e gli annunci vengono di nuovo basati su quello che si stava guardando prima, anche se era in modalità Incognito.
Anche usando diversi browser web non cambia il fatto di essere pedinati dalla pubblicità.
Quando si accede allo stesso account online su più di un browser o dispositivo, il provider dell'account associa le diverse “impronte digitali” all'account e le inserzioni personalizzate possono continuare a seguirci da un browser/dispositivo all'altro.
Se si utilizzano dispositivi, computer o smartphone diversi per accedere ai vari account, per esempio da uno solo Facebook e dall'altro solo l'account Google, ma essi si collegano alle stesse reti wi-fi e visitano gli stessi siti, questi dispositivi vengono associati e riconosciuti come della stessa persona.
Questo può far pensare che ci sia il rischio che membri della stessa famiglia possano vedere gli stessi annunci, ed infatti è così.
Se non è mai stato effettivamente visitato un sito particolare, ma altre persone l'hanno fatto, si potrebbero vedere gli annunci contestualizzati per quel sito perché il nostro profilo è simile a quelle altre persone.
Se poi si condivide un indirizzo IP, in casa tutti accedono a internet dallo stesso router, con persone che hanno visitato un certo sito che noi non abbiamo mai visto, allora è possibile che siano visualizzati annunci personalizzati da quel sito.
Addirittura è vero che se siamo in un luogo in cui ci sono persone che tengono la localizzazione attiva ed uno di questi vede un certo sito, è possibile essere inclusi in un gruppo a cui verranno fatti visualizzare gli stessi annunci pubblicitari.
Per quanto riguarda l'uso degli smartphone, anche lì si è seguiti in tutto e per tutto.
Ci sono i servizi di localizzazione delle app, come Facebook e Google Maps, che seguono i nostri movimenti e sanno perfettamente cosa stiamo andando a cercare.
Ci sono le app normali, che non hanno i cookie, ma usano un numero ID unico del dispositivo e lo trasmettono al creatore dell'applicazione. Se si apre un'app e poi un'altra, potrebbero comparire su questa annunci personalizzati dall'app precedente. L'ID del dispositivo viene associato ai vari account delle app e la pubblicità diventa mirata verso l'ID.
Gli annunci in base alle nostre app compariranno anche quando si utilizzano gli stessi account sul computer.
Sui dispositivi Apple, Android e Windows è possibile disabilitare o reimpostare l'ID del dispositivo, questo non impedirà agli annunci di essere visualizzati, ma ridurrà molto la quantità di personalizzazione.
Anche gli assistenti vocali memorizzano le richieste per poi mostrare pubblicità personalizzata sui siti visitati. Una cosa brutta da notare è che in alcuni casi l'assistente vocale può attivarsi da solo, senza che sia stato richiamato (perché il suo sistema di riconoscimento vocale può commettere errori in modi imprevedibili).
Dopo aver letto tutto questo, si potrebbe avere un certo timore anche ad accendere il computer, anche se alla fine gli annunci personalizzati non sono un vero problema. Si può sicuramente limitare la personalizzazione degli annunci, per esempio negandola a Google ed a Facebook, cancellando spesso i cookies e disattivando o resettando l'ID pubblicitario del telefono, navigando in internet con Tor Browser.
Sfortunatamente, non è possibile controllare tutto il monitoraggio, Facebook e Google possono raccogliere dati su di noi anche se non usiamo un loro account, ma può diventare anche molto limitante rinunciare a certi servizi che, indubbiamente, sono estremamente comodi.
Il tracciamento invasivo e la raccolta di dati di nascosto ha spinto l'Unione Europea a mettere in atto il GDPR ed obbligare siti e servizi online di dare avvertimenti sull'uso dei cookies e sulla pubblicità personalizzata.