La nostra azienda ha un blog, però stenta però a decollare. Le visite non arrivano oppure non sono in target? Le conversioni scarseggiano? Forse c’è qualcosa che non va.
I blog aziendali sono uno strumento ideale per intercettare i nostri potenziali clienti e fargli capire che la nostra azienda rappresenta la soluzione migliore alle loro necessità. I blog aziendali vanno però gestiti in modo corretto. A volte, questo significa evitare gli errori più comuni che vengono commessi nel business blogging.
Ecco una lista di alcuni degli errori più comuni che sono spesso fatti su un blog aziendale. Evitarli significa mettersi al riparo da cattive sorprese, per poi concentrarsi sulle cose che possono far veramente crescere il blog.
Trattare il business blogging come un’attività secondaria
No, il blog aziendale non è qualcosa da curare a tempo perso, perché tanto il blogging è roba da ragazzini. Con il blog aziendale il nostro business acquisisce visibilità, è parte integrante della nostra attività perché grazie a lui riusciremo veramente a trovare nuovi clienti e ad aumentare il fatturato della nostra attività.
Fare troppi paragoni con il blog di altre aziende
Se siamo agli inizi, è ovvio che il nostro blog aziendale è meno efficace di quelli della concorrenza che saranno aperti da ben più tempo. Il confronto però non deve scoraggiarci, ma essere di stimolo per raggiungere anche noi quei risultati. Soprattutto dobbiamo metterci in testa che la strada è lunga e bisogna continuare a perseverare.
Non avere un calendario editoriale
Il calendario editoriale permette di pianificare con anticipo le uscite dei nostri articoli. Ci evita quindi di arrivare al giorno in cui abbiamo stabilito di pubblicare un contenuto con l’ansia del foglio bianco.
Non avere un tono di voce
Il tono di voce è il modo in cui comunichiamo con il pubblico dei nostri potenziali clienti. Si tratta della voce del blog aziendale, della voce della nostra azienda.
Scrivere titoli inefficaci per i post
Il titolo di un post ha un ruolo centrale nel successo del contenuto.
Non inserire immagini nei post
Le immagini sono importanti per gli articoli di un blog aziendale. Danno una mano a trasferire correttamente e in modo più intuitivo il messaggio dei contenuti.
Cercare la perfezione
Meglio fare una cosa non perfetta che continuare a perfezionare una cosa che però, così facendo, non verrà mai pronta. Lo stesso vale per il blog aziendale: l’imperativo è quello di fare, cercando di limitare gli errori. Ma il perfezionismo ci può davvero creare problemi: i post non sono mai pronti, il calendario editoriale perennemente bloccato, i risultati in termini di visibilità e nuovi clienti non arrivano, se non in modo parziale.
Non fare un’accurata pianificazione strategica
La strategia è fondamentale, sia a livello di obiettivi da raggiungere che di marketing e di strategia dei contenuti. Se non ci poniamo degli obiettivi e le azioni per raggiungerli, come possiamo pretendere di avere successo?
Non avere una lista di indirizzi di posta elettronica dei potenziali clienti
“The money is in the list”, dicono giustamente i marketer americani. Se non raccogliamo una lista di indirizzi di posta elettronica di potenziali clienti, non abbiamo un database di contatti caldi, cioè di consumatori o aziende realmente interessati a ciò che vendiamo, a cui possiamo proporre i nostri prodotti o servizi.
Non usare le call to action
Un post che non termina con una call to action è come una squadra di calcio senza centravanti. Su un blog aziendale non si fa vendita diretta, bensì web marketing. Ma l’invito all’azione, cioè una frase che indichi al potenziale cliente che noi sappiamo risolvergli il problema di cui abbiamo trattato nel post, non deve mai mancare.
Non monitorare i risultati
Quanto traffico web attira il blog della nostra azienda? Il traffico entrante è corrisponde veramente al nostro target? In pratica di quanti utenti visitano il nostro blog, quanti poi cercano un contatto? Se non misuriamo queste informazioni, non sapremo mai se il nostro blog va bene o male. Di conseguenza, nel caso in cui vada male, non sapremo nemmeno dove mettere le mani perché le cose vadano per il verso giusto.